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Dec, 2021

Percorso verso l’affido. Un incontro di incontri per conoscere questa realtà – dott.ssa Francesca Bomben

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Affido. Entrare in un termine così denso è compito tutt’altro che banale. Riferendoci al vocabolario, troveremmo i primi orientamenti utili, nella voce da cui esso deriva, affidare, ovvero “consegnare, attribuire o rimettere qualcosa/qualcuno confidando nell’altrui capacità, cura, discrezione” (cit.).
E se pensassimo a questa parola avendo nella mente la vita di un bambino, di un ragazzo, di una famiglia? Le riflessioni di molti qui attraversano sensazioni, considerazioni e dubbi che ad un certo punto necessitano di scoperta, comprensione, trasparenza… Eccoci, quindi. Ci siamo e ci siamo stati. Nel fluire di tutto ciò, L’Arcobaleno quest’anno ha posto un’offerta conoscitiva, differente e nuova: non un corso ma un percorso, non informativo ma esperienziale. Nato tra le famiglie affidatarie dell’Associazione – che già ora e da tempo hanno fatto di questa realtà il loro presente vivo, quotidiano e concreto – abbiamo costruito e proposto un cammino da condividere, fatto di interrogativi delicati e provocatori, di metafore e visualizzazioni, di nozioni dotte e puntuali, di racconti e testimonianze vissute e saggiate: due cicli di 6 incontri ciascuno, una sera a settimana, mediante una piattaforma digitale, dove 12 schermi si sono interconnessi per parlare, ascoltare, comprendere e dare concretezza a l’affido. Una psicologa a tracciare alcuni punti e un filo rosso da seguire un incontro dopo l’altro, e diversi esperti coinvolti, per delineare quanto più possibile le parti dell’esperienza di cui parliamo. Iniziando col domandarsi cos’è “fiducia” e cosa essa fa o può far risuonare in ogni attore dell’esperienza, ci siamo impegnati a formulare e consapevolizzare alcune domande da qui suscitate, siamo passati attraverso l’ascolto attivo delle esperienze di affido già in essere, affrontato l’acquisizione delle fondamentali norme di legge, compreso il lavoro e le competenze dei Servizi degli Ambiti Noncello e Azzano X… per costruire la visione più realistica possibile di un bimbo, di un ragazzo e di una famiglia che attende o che può offrire un luogo di cura, accudimento e accompagnamento. E per scoprire, alla fine, che nessuno può stare dentro una categoria, nessuno ha la ricetta perfetta, nessuno è senza speranza, nessuno ha l’ultima parola… su questa terra. Che meraviglia… una meraviglia dentro la quale a ciascuno è affidato qualcosa. E niente è piccolo o grande, di per sé. Questo percorso è stato un cammino, perché? Perché fatto di passi, mossi stando al ritmo di ciascuno. Perché ha presupposto una strada, tracciata a priori ma modellata di volta in volta insieme. Perché percorso “a piedi”, in un tempo e in un luogo ma anche oltre, nella possibilità di un incontro riservato in Sede, di un colloquio a personale a lato. Perché avanzato l’uno con l’altro, il partecipante con l’esperto, il nuovo con il veterano, il convinto con l’incerto… perché ognuno si potesse sentire “al proprio posto”, nella conoscenza e nel processo decisionale che ad essa consegue. La vita di ogni essere umano, ancora una volta, ci appare unica, preziosa e inafferrabile. E si allarga, allora, il cerchio di questa consapevolezza, per prenderne parte attraverso una disponibilità, un sì, o una semplice sensibilità più vera, che fa una comunità più grande! Un grazie ricco di stima a Marco Napoletano, Silvia Pase, Elisa Zanette, Carlotta Galli, Donatella Minutilli, Andrea Cafarelli, Chiara Bozza, Luana Moro e soprattutto al gruppo delle nostre famiglie affidatarie che sono il motore e il seguito di questa esperienza.

Francesca Bomben

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