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Dec, 2021

La madre dei bambini rotti

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Occhi spenti nel castigo d’una stanza buia.
Ematomi sul cuore impossibili da guarire.
Sogni in bianco e nero sdraiati su un letto di pavimento duro che sa di muffa.
Abbracci dolorosi che lasciano segni su una pelle nuova.
La bocca si chiude per tenere giù quintali di rabbia.
La vista s’offusca volontariamente per nascondere il reale.
I pugni si stringono,
meglio spaccarsi le nocche che urlare il dolore.
Un giorno qualcosa succede
al contatto con la mano d’una madre
che è più calda di quella di mamma,
che non pesa come quella di babbo.
In un nuovo giardino cadono foglie,
ed il grigio ha sembianze di giallo.
Nell’aria qualcuno cucina
e il profumo sa di buono
La bile brucia ancora,
ci vorrà tempo.
La bocca non s’apre,
ma tutt’attorno c’è colore, schiamazzi, sorrisi e vita.
Un pallina da tennis si ferma vicino al piede.
Due occhi grandi mi guardano.
“Ciao, vieni a giocare?”
ed una mano piccola, semplicemente, prende la mia e la tira a se.
Il cuore accelera.
Fa un gran caldo.
Qualcosa risale dallo stomaco
e tutta quella fiele la vomito in risate.
Ancora la mano calda
stavolta a scompigliarmi i capelli.

Ruggero Vitali,
amico de “L’arcobaleno”

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