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Dec, 2021

I minori nelle Filippine. Le comunità delle figlie di S. Giuseppe nelle Filippine per i minori in situazione di disagio – Madre Idangela

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Il Beato Luigi Caburlotto alle prime Madri diceva: “Se salverete una giovane fanciulla salverete un’intera famiglia”. Questo è l’intento e l’impegno della missione delle Figlie di S. Giuseppe nelle Filippine dove 26 Suore si dedicano al lavoro educativo attraverso la scuola, la pastorale parrocchiale giovanile e l’orfanotrofio Oasi di gioia.

Educare è il carisma che Padre Luigi ci ha lasciato. Accompagnare, formare, far crescere la persona in tutti i suoi aspetti fisici, psicologici, intellettuali, vuol dire darle la possibilità di crescere con responsabilità e consapevolezza circa i propri diritti e doveri. è ciò che nella scuola cerchiamo di trasmettere affinché i bambini crescendo acquistino dignità e non si lascino soggiogare dal potere del denaro, motivo per cui vengono obbligati dai genitori a lasciare gli studi e a lavorare in tenera età. L’impegno a scuola persegue il principio dell’integrazione di bambini e adolescenti provenienti da varie realtà, culture, etnie e stato sociale. Parecchi provengono da famiglie poverissime, nelle quali manca la base alimentare, una degna abitazione, l’acqua, la luce. La risposta a questi bisogni primari proviene principalmente da tanti amici italiani che grazie al loro “sostegno a distanza” ci aiutano a sostenere e a salvare questi bambini. Crediamo fermamente nel dono del carisma educativo: solo offrendo a questi fanciulli/e cultura e formazione , essi avranno la possibilità di un futuro migliore e riusciranno a discernere il bene dal male, a liberarsi dal sopruso e dalla violenza, a diventare capaci di difendere se stessi e gli altri. Attraverso l’attenzione e la cura delle Suore e alla collaborazione delle famiglie degli studenti, riusciamo a raggiungere e a estendere l’aiuto anche ai tanti altri bambini che vivono in condizioni disumane di povertà nei pendii dei torrenti. La loro casa qui è una capanna di quattro metri quadrati, realizzata alla buona con cartone e fogli di compensato uniti da pezzi di stoffa raccolti nelle discariche. Questa “casa” è di proprietà di un “padrone” che rivendica un prezzo guadagnato dai bambini attraverso il lavoro nelle piantagioni di caffè o di banane e luoghi in cui spesso si consumano abusi e violenze. Oltre ai bambini, le mamme sono vittime della violenza dei mariti e non vogliono denunciare per paura di ulteriori violenze. Il lavoro per il recupero di queste persone e famiglie è molto delicato. Come comunità religiosa, educativa e sociale siamo chiamate a svolgerlo nel rispetto delle persone ma anche della coscienza, del diritto, della dignità che ognuno deve avere.

 

La comunità Casa Betania

La Casa Betania, in cui lavorano quattro Sorelle, è integrata a 360 gradi nella comunità parrocchiale “Madonna del perpetuo soccorso” in Anislag, Daraga Albay. L’attività è quanto mai preziosa soprattutto verso quella gioventù che non ha avuto la possibilità di terminare la scuola dell’obbligo ed è volta a creare le condizioni per la ripresa regolare degli studi fino, nei casi migliori, alla scuola superiore. Crediamo nella  cultura quale mezzo fondamentale per uscire dalla povertà e liberarsi dal sistema di oppressione e sfruttamento dei minori. Il lavoro di formazione con questi giovani e che coinvolge inevitabilmente le loro famiglie, è intenso e faticoso. Percorriamo chilometri di strada, sotto il sole cocente o la pioggia a dirotto, per raggiungere le famiglie e intessere con genitori e figli un dialogo collaborativo e responsabile. Ciò richiede disponibilità, sacrificio, generosità, rinnegamento di se stesse, pazienza di ascolto, condivisione di sofferenze profonde e nascoste che queste famiglie rivelano solo a noi sorelle. Conta saper stare loro accanto per contenere, accogliere e, attraverso processi educativi e preghiera, cercare di rimarginare profonde ferite dovute ad abusi e violenze di vario genere, rifiuti familiari e alla tossicodipendenza. Sono tante le ragazzine che già all’età di 14 o 15 anni si trovano incinte perché abusate o perché in cerca di “compensazioni” alla loro solitudine. In questa zona parecchi adolescenti si tolgono la vita perché abbandonati alla solitudine, incapaci di dare un senso alla vita, vittime di angherie e bullismo. In questa diffusissima e grave povertà, i giovani si vergognano a chiedere aiuto, per cui diventa necessario trovare un modo nuovo e coinvolgente, una possibilità affinché essi acquisiscano consapevolezza e diventino protagonisti e costruttori della loro vita, con sguardo positivo, di fiducia in se stessi, nella società, nella chiesa. Infondiamo speranza aiutandoli a scoprire la bellezza e il valore della vita e del Signore.
Noi Sorelle, confortate e aiutate dalla preghiera quotidiana, dalla Parola di Dio e dall’Eucarestia, dedichiamo tutte le nostre energie all’aiuto materiale, spirituale ed educativo di questi giovani che sono i prediletti del Beato Luigi Caburlotto.


OASI DI GIOIA: Perla della nostra 
Missione nelle Filippine

L’Oasi di Gioia (orfanotrofio) è una casa di accoglienza per bambine abbandonate (dai tre ai dodici anni) che le Figlie di
S. Giuseppe, aiutate da una associazione di laici, ha voluto costruire per garantire loro affetto e cura in un ambiente familiare. Le piccole vengono accolte perché deprivate di qualsiasi forma di affetto familiare, con il cuore e l’anima traboccanti di paure e traumi per le esperienze negative. Sono bambine di strada che spesso diventano esca di abusi e di violenze, vittime del lavoro minorile e/o costrette a mendicare per guadagnare pochi Pesos da consegnare a qualche familiare (se esiste) o a coloro che le usano come fonte di guadagno. Arrivano deprivate di dignità, senza tutela dei bisogni primari come l’acqua, il cibo, i vestiti, un tetto (a volte la casa è un loculo in cimitero) dove ripararsi dal sole cocente o dalle piogge torrenziali e dai tifoni. All’Oasi di gioia si può vedere la trasformazione dell’amore educativo. Qui è sempre il miracolo del carisma che trionfa: “Educazione è arte del cuore”. Le bambine arrivate con problemi di tutti i generi, sbocciano diventando meravigliosi fiori colorati grazie alla dedizione costante e all’accompagnamento materno e saldo delle Sorelle insieme ai percorsi riabilitativi. La cura materna e la condivisione della vita ventiquattro ore su ventiquattro contribuiscono a trasformare il cuore, la mente, il temperamento di queste bambine che, da timide e introverse diventano aperte, socievoli, educate, desiderose di apprendere, servizievoli, capaci di gestire se stesse e i loro bisogni personali già all’età di cinque-sette anni. La comunità è davvero un’oasi di pace, di gioia, di serenità in mezzo alla città di Muntinlupa, dove facilmente si può notare il divario tra ricchi e poveri, tra persone emancipate e per bene e persone che vivono in strada, lungo i marciapiedi in particolare bambini e adolescenti spinti dagli stessi genitori o dagli sfruttatori che a distanza controllano il loro guadagno per poi depredarli e lasciare loro pochi centesimi. Esperienze che le nostre stesse bambine raccontano. L’abuso sui minori in questa città è molto forte e il nostro centro cerca di aprire il cuore e le porte per protteggerle da tanti abusi e violenze e farle rinascere a una nuova vita con esperienze positive che rafforzano il loro sentirsi amate e volute bene. Le loro espressioni di gioia, sorpresa, meraviglia per ogni cosa che ricevono, scoprono, usano, è davvero incredibile. La loro esperienza è stata solo quella di guardare gli altri mangiare cose buone e vestire abiti belli dall’esterno delle vetrine e poi essere mandate via dalle guardie di sicurezza perchè disturbavano la coscienza di chi non voleva vedere ed essere disturbato dalla miseria e povertà di queste bambine.

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