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Jul, 2023

Iniziamo a sciogliere i nodi – di Silvia Pase

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Questa immagine racchiude il senso della prima tappa di un percorso intrapreso dal gruppo delle Educatrici, volto ad affrontare la complessità educativa  che il contesto sociale ma anche la nostra piccola realtà dell’Arcobaleno, ci chiama ad affrontare.
EDUCARE per un EDUCATORE è un “mestiere” che richiede quotidianamente cuore e mente allineati , nel qui e ora, nei contesti virtuali o reali abitati dai nostri ragazzi con uno sguardo arguto verso il futuro.
Affinare dunque, istantaneamente , ad occhi chiusi, lo sguardo del cuore verso le nuove domande che i ragazzi e le ragazze ci pongono, richiede ricerca intellettuale ma anche abilità pratica. Richiedere oltre al sapere, saper fare e saper essereanche la capacità di attivazione come ci suggerisce J. Dewey “la circolarità della conoscenza-azione” di esperienze che favoriscono l’espansione e l’arricchimento della persona .
Si pone l’enfasi sulla partecipazione attiva dei ragazzi, partendo da ciò che per loro assume un valore per poter aggiungere quel “in più” esperienziale e riflessivo, necessario ad una progressione nella crescita e maturità umana e spirituale.
Per noi che ci sentiamo sempre apprendisti dell’educazione, lavorare insieme, in un’ottica di integrazione e sullo scambio, offre uno SPAZIO DI EDUCABILITA’, in quanto luogo vitale di crescita, di apprendimento e riflessione ma anche un luogo in cui possiamo lavorare nostra identità adulta personale e professionale, quindiun luogo di auspicabile “trasformazione” o più umilmente di cambiamento a piccoli passi .
Questa operazione richiede di “sciogliere i nodi” del lavorare da soli, dell’individualità per raggiungere un pensiero condiviso meno intimistico e isolato; per svolgere una nuova manutenzione sulla nostra capacità di essere “NOI” e non solo “IO” , per imparare a riconoscersi a portatori di competenze che non dobbiamo stancarci di modulare, sostituire, ma anche mutuare e regalare.
La percezione di essere un gruppo coeso, integrato, complementare ci dà la fiducia di entrare nei significati del nostro lavoro comprendendo meglio dove “finiamo noi” ei  nostri costrutti, valori e bisogni e dove iniziano le necessità dei ragazzi che sono la nostra priorità.
Coniugare in un nuovo nodo l’operatore “vecchio” con esperienza e l’operatore “nuovo” fresco di studi, significa andare oltre le singole entità , apparentemente divergenti, da paradosso per considerarle vasi comunicanti da cui attingere e da cui riattivarsi in una soluzione creativa, rappresentativa del gruppo e risultato di ciascuno .
Per finire, “per diletto e riso”, fissiamo il nodo dell’ironia , della passione, della creatività e dell’umiltà, all’inizio, nel mezzo e alla fine del filo rosso che intessiamo nel lavoro di gruppo per risaldare in modo leggero i punti fermi .
Se attiviamo noi stessi e desideriamo farlo, allora possiamo con professionalità, accompagnare i bambinie le bambine, i ragazzi e le ragazze ad essere protagonisti della loro storia , da ora in poi, assumendo valori e costrutti nuovi, abbandonando quelli poco utili o per niente costruttivi. Potranno così imparare a sorprendersi anche di loro stessi, imparare a fare con ciò che hanno, imparare a fidarsi e ad affidarsi .
Detta in questi termini appare ideale, ma nei bambini e nei questi passaggi di crescita AVVENGONO e se noi adulti siamo bravi e anche un poco veri, nel tempo riemergono ragazzi inesorabilmente e come in una bussola, rappresentano la direzione da mantenere.

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