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Dec, 2021

Guardare e guardarsi – Formazione con Marco Napoletano

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“Guardare da fuori” per avere conoscenze e strumenti per leggere situazioni e dinamiche potenzialmente difficili da gestire con i nostri ragazzi. Osservare, monitorare, interrogarsi sul perché, cercare il confronto per avere un orientamento chiaro sugli eventi.
“Guardarsi dentro” per prendere contatto con i propri vissuti, per comprendere le risonanze emotive davanti a situazioni che possono metterci in difficoltà.
“Guardare avanti” per trovare delle soluzioni a situazioni difficili ma anche per darsi il permesso di ridurre le aspettative davanti a ostacoli e senso di impotenza. Queste sono state le tappe sulle quali noi educatrici abbiamo riflettuto durante la formazione con il docente Marco Napoletano. Partendo dal presupposto che la relazione è il nostro strumento di cura, abbiamo il dovere di prenderci cura di noi stesse, soprattutto davanti a quelle dinamiche di scontro con alcuni ragazzi che risultano difficili da gestire sia per le caratteristiche comportamentali del minore stesso sia per influenze esterne come può essere una mancata continuità educativa in famiglia. Partendo da situazioni reali, abbiamo riflettuto sull’importanza di compiere delle scelte che permettano di modificare una situazione problematica o almeno modificarne l’effetto che tale situazione può avere su di noi, in particolare abbassando le richieste o aumentando le risorse per gestire lo stress che può nascere davanti a ostacoli e senso di impotenza.
La formazione per noi diventa sempre occasione di crescita e di ricarica. Abbiamo condiviso che è molto importante dare un nome alle situazioni e ai vissuti ad esse legati, ma anche condividerne il significato con l’equipe. Per aiutare i ragazzi a fare esperienze significative, a vivere dei sogni che diversamente non potrebbero permettersi, a riconoscere il motore delle loro sofferenze e delle loro capacità, è prioritario che chi si prende cura della loro crescita lo faccia condividendo continuamente scelte e significati. In questo modo l’educatore si sente parte di un gruppo e da esso sostenuto, il ragazzo trova un ambiente stabile e coerente nel quale poter crescere ed esprimere se stesso, consapevole di essere accolto e valorizzato per ciò che è.

Le educatrici

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