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Jul, 2023

Esperienza di ascolto nel gruppo dei genitori affidatari – di Monica Pelloia

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Mi è stata offerta la preziosa opportunità di partecipare come uditrice agli incontri del gruppo dei genitori affidatari dell’Arcobaleno, che mensilmente si riuniscono supervisionati dalla dott.ssa Francesca Bomben . All’incontro si arriva, da soli o in coppia, portando con sé la fatica della giornata trascorsa. Dal modo con cui ci si saluta, si percepisce che il momento è atteso: c’è il desiderio di dedicarsi un tempo per pensare o la necessità di narrarsi per sentirsi ascoltati o semplicemente la voglia di conoscere come si è evoluta la situazione condivisa da parte di qualcuno del gruppo nell’ultimo incontro con la speranza che tutto si sia sistemato per il meglio. Tra una seduta e l’altra rimane infatti la risonanza emotiva di quanto si è ascoltato: d’altra parte tanto si ha in comune e il gruppo, dopo un po’, diviene intimo e familiare.

In cerchio, a turno, liberamente si prende la parola e ci si narra. Il gruppo accoglie, ascolta, contiene, non giudica. Il narrare, il raccontarsi, senza un copione prestabilito, è liberante e permette non solo di riordinare i pensieri e prendere consapevolezza delle proprie capacità genitoriali ma anche di fissare le priorità con l’aiuto di chi ci ascolta, ridimensionando o normalizzando quanto si sta vivendo . Ricordo la definizione data da uno dei genitori: “questi incontri per me sono uno ‘sfogatoio’ e non me li perdo per nulla al mondo”.
Può inizialmente sorprendere che i contenuti portati al gruppo non siano sempre riferiti ai figli in affido, ma riferiti spesso alla relazione con i propri. Si comprende che i figli sono figli, tutti, e la responsabilità genitoriale, sostenuta dal coraggio di donarsi, è capace di andare oltre. I racconti fanno trasparire la naturalezza con cui il bambino o il ragazzo in affido diventa gradualmente parte della quotidianità famigliare, fatta di fatiche, gioie, litigi, incomprensioni, soddisfazioni. Non mancano certo confessioni di paure e timori di fallire: stanchezza per evoluzioni disattese, incastri difficili tra bisogni vari, frustrazioni per incomprensioni con i Servizi o le famiglie di origine che a volte ostacolano e turbano la serena convivenza nel nuovo nucleo familiare.
Il gruppo, guidato con grande delicatezza e professionalità dalla dott.ssa Bomben, è in questo caso un importante fattore protettivo che funge da contenitore ma soprattutto orienta alla valorizzazione delle risorse genitoriali ed invita a cercare soluzioni e risposte a ciò che viene percepito come problema , prima di tutto interrogandosi sul significato di quanto si sta vivendo. L’orientamento è quello di trasformare ciò che si coglie come punto debole in nuova risorsa. È questo il significato della simbolica ‘corona di re o di regina’ che il gruppo consegna a fine serata a chi ha confidato le proprie temporanee difficoltà e frustrazioni nella relazione con i figli. Chi la riceve, si dovrà impegnare, accompagnato dalla forza del gruppo, a trovare nuovi significati e chiavi di svolta. Spesso ci si augura di non riceverla, ma si impara pian piano che dopo ogni crisi c’è sempre la rinascita. Se l’arrivo in gruppo spesso è accompagnato da volti affaticati e stanchi, l’uscita vede volti rasserenati e fieri, motivati ​​a rientrare a casa per vivere e godersi la propria famiglia.

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