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Jul, 2023

Un tempo per stare – di Michela Cella

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Sguardi attenti e curiosi cercavano, nello spazio predisposto ad accoglierli, dettagli che gli facessero intuire cosa avremmo fatto insieme.
Riservatezza e disponibilità a mettersi in gioco si mescolavano durante il primo dei cinque incontri del percorso laboratoriale estivo che ho avuto la possibilità di vivere con i ragazzi.

La finalità progettuale di questi appuntamenti settimanali era quella di riprendere i cinque temi affrontati con gli educatori durante il periodo estivo e portarli in un piano esperienziale attraverso l’espressione grafico-pittorica. Offrire ai ragazzi un’ulteriore modalità di interiorizzazione delle tematiche, una rilettura ed espressione personale attraverso la realizzazione di elaborati che fossero per loro uno strumento di narrazione di sé che andasse oltre alla forma grafica finale. Fare, sperimentare, stare davanti a un foglio bianco ed essere rassicurati che non c’è un giusto o uno sbagliato, che si può riempire di colore un foglio solo con la finalità di ascoltare quale tonalità risuona meglio dentro di sé.

Il primo tema ripreso è stato quello del sorriso, gesto gratuito che ha un’incredibile effetto positivo su chi lo riceve e su chi lo offre. Qualcosa che si può decidere di donare anche a persone sconosciute attraverso i “sassi della gentilezza”, dipinti dai ragazzi e ri-lasciati nel proprio contesto urbano perché vengono trovati e raccolti dagli abitanti. Un passaggio che ha richiesto ai ragazzi la generosità di lasciare qualcosa di creato da loro e non avere la gratificazione immediata di vedere l’effetto che suscita nella persona che lo troverà.

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Il libro “Un posto silenzioso” di Ballerini e Mulazzani è stato il punto di partenza per affrontare Silenzio, Rifugio e Segreto, tre temi interconnessi. La realizzazione dell’elaborato finale è stata suddivisa in tre incontri, modalità operativa che ha richiesto ai ragazzi di stare, di attendere, di sperimentare che ci vuole tempo, consequenzialità, disponibilità a uscire dalla logica dell’immediatezza del risultato.

Per chiudere l’ultimo incontro con la potenza dell’abbraccio, un gesto denso di significato, in cui ciascuno lascia un po’ del proprio “colore” all’altro, scoprendo che un po’ dell’altro resta in sé.

Durante il tempo che ho trascorso con i ragazzi ho avuto un piccolo assaggio dei preziosi legami amichevoli che stanno costruendo, fatti di sorrisi complici e soprattutto di aiuto reciproco quando si sono trovati a vivere piccoli, ma per loro significativi, momenti di difficoltà: un disegno che non prende la forma desiderata, un’incomprensione con un compagno o semplicemente una giornata storta in cui insieme si cerca di rimettere un po’ di tranquillità.
Aspetto prezioso che conserverò un ricordo di questa esperienza in cui qualcosa dai e molto ti resta nel cuore.

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