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Dec, 2021

Un’esperienza straordinaria per una famiglia ordinaria

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Le famiglie affidatarie sono un gruppo affiatato e dinamico che si incontra regolarmente in Arcobaleno in occasione degli incontri di confronto e di mutuo aiuto con il supporto di Francesca Bomben. A questo si aggiungono altri momenti di formazione o riflessione, come la presenza al webinar dal titolo:
“Un’esperienza straordinaria per una famiglia ordinaria”.
L’evento ha avuto luogo il 4 maggio 2021, a quarant’anni dall’approvazione della Legge 184, ed è stato organizzato e presieduto dal Tavolo Nazionale degli Affidi.

Qui di seguito è riportata una sintesi dei temi principali, scritta per noi da Daniela e Pietro, genitori affidatari.

Negli ultimi anni c’è stata una graduale diminuzione delle famiglie che si offrono per accogliere bambini in difficoltà; sicuramente il Covid ha limitato i contatti umani ma molto ha fatto la pubblicità negativa fatta dai media. Titoli come “Sequestro di Stato”, “Angeli e demoni”, “Italia toglie i bambini alle donne straniere”“il 70% dei bambini non doveva essere allontanato”, gettano discredito sia sullo strumento dell’affido che sulle famiglie affidatarie. Per ovviare a queste situazioni i giornalisti dovrebbero ricevere informazioni corrette ed esaustive dagli addetti, in modo da poter divulgare comunicazioni complete ed evitando titoli roboanti ma lontani dalla realtà. Altro problema evidenziato è il significato di affido, che spesso viene vissuto come anticamera per l’adozione mentre è per sua natura un gesto d’amore che una famiglia regala a un bambino in difficoltà e alla sua famiglia d’origine. Alessandra e Gabriele, due giovani genitori con cinque figli propri e tredici affidamenti di piccolissimi, riassumono il senso dell’affido con due frasi: “accogliere e lasciare andare” e “un passaggio da cuore a cuore” non mancando di sottolineare che il rientro a casa del bambino è un momento triste ma anche di grande felicità perché torna dai suoi genitori. Importanti e commuoventi sono stati altri video di testimonianza di famiglie con una lunga storia di affidi, di fratelli affidatari e di ragazzi affidati. Secondo noi la storia di Mara, una madre che, stremata dalla fatica, ha chiesto l’affidamento di uno dei suoi figli gravemente disabile, ci fa capire che sta maturando una visione nuova nei confronti delle famiglie in difficoltà perché l’allontanamento dei figli non venga vissuto come una punizione ma come un’occasione per trovare le forze per rialzarsi e migliorare, in modo da prepararsi per il rientro dei figli in famiglia. Tutti sono concordi nel dire che l’affido arricchisce anche la famiglia affidataria e tutti sottolineano l’importanza dei figli delle famiglie affidatarie, capaci di creare legami ed aiutare il bambino nell’inserimento in famiglia.
Matteo, figlio adulto dice: – La casa non è solo il luogo dove conservare i rapporti familiari ma è bello vederla crescere come luogo aperto a chi ne ha bisogno-; Miriam 22 anni racconta: – Accogliere un fratellino affidatario insegna la pazienza e a relazionarsi con la sua fragilità-. Margherita 20 anni è stata felice di avere un fratello affidatario originario della Cina, con il quale si è potuta confrontare con una cultura molto diversa dalla nostra; Andrea 21 anni, figlio unico, ha avuto finalmente dei fratelli: uno di loro ora è padre e i suoi figli lo chiamano zio Andrea. L’esperienza dell’affido ha creato rapporti più profondi con i genitori. Non meno indicativa è l’esperienza di Eli, 20 anni: era stata allontanata dalla famiglia d’origine per una malattia psichiatrica della madre e affidata alla famiglia attuale a diciassette anni, dopo un passaggio negativo in una comunità. La madre ha sofferto per l’ingerenza dei servizi sociali. A poco a poco tutte e due hanno superato la paura che provavano verso i servizi sociali, comprendendo che il loro scopo era aiutarle. La madre, vedendo la figlia serena, si è occupata con più energia di curare la propria malattia. Eli sostiene: “Non è vero che le famiglie affidatarie accolgono i bambini per denaro perché spesso è un impegno difficile e faticoso che nessuna cifra può compensare”. Ora madre che figlia ridono di queste accuse. Termina il video con una domanda: “Se l’affidamento è una cosa che va bene a noi perché non dovrebbe andare bene a voi?” La mamma affidataria Laura, due figlie e tre affidi in questi ultimi anni, racconta di bellissime esperienze molto formative sia per la coppia che per le figlie; “condivisione, accoglienza e crescita” sono il loro motto; con uno dei piccoli seguiti, David, e la sua mamma è nato un rapporto di grande amicizia e sostegno reciproco “ora sono un pezzo della nostra famiglia” dice sorridendo. Ulteriore argomento affrontato è la difficoltà di trovare famiglie che possano accogliere bambini con difficoltà significative; questo problema può essere superato migliorando la formazione e il sostegno delle famiglie affidatarie da parte dei servizi. Molti ragazzi affidati lamentano che, mentre loro migliorano, le famiglie d’origine non sono accompagnate in un percorso di crescita: i problemi familiari non risolti non consentendo il rientro in famiglia del ragazzo tramutando l’affido temporaneo in un affido sine die.

Daniela Buciol e Pietro Biscontin, famiglia affidataria

 

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