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Jul, 2020

Pandemia da Covid -19: cosa abbiamo imparato? – di Carla Padovan

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Siamo appena usciti da una quarantena durata circa due mesi, che ha messo a dura prova la tenuta psicologica e fisica, soprattutto di chi vive solo e in spazi ristretti, data l’impossibilità di muoversi liberamente all’aperto e di mantenere le relazioni umane, a cui solitamente siamo abituati.

Soprattutto per chi è stato colpito seriamente dalla malattia e si è visto in pericolo di vita o per chi non ce l’ha fatta perché anziano e fragile, questa pandemia è stata un vero flagello. All’inizio sembrava una forma di influenza, anche per il coincidere della stagionalità, ma con il tempo ci si è accorti che era molto più grave e contagiosa. Così i primi dati ci informavano che era ben 25 volte più pericolosa dell’influenza e più contagiosa con una letalità (morti/contagiati) fino al 3% contro lo 0,1% dell’influenza.

Questo virus nuovo, della famiglia dei Coronavirus, aveva fatto un salto di specie nel tempo, negli animali, fino a diventare pericoloso per l’uomo. Come tutti i virus respiratori, si è propagato attraverso droplets, goccioline di saliva, soprattutto emesse con la tosse e gli starnuti ma con la caratteristica di resistere per lungo tempo sulle superfici dove si depositava, rendendole vie ulteriori di contagio.

Ecco l’uso delle mascherine e l’attenzione al distanziamento interumano di almeno 1 metro e l’igiene delle mani. Sono i presidi che dovremo mantenere a lungo, perché se la mascherina evita di diffondere il virus e chi la porta non protegge se stesso ma l’altro con cui si relaziona, se tutti la indossiamo la protezione è circolare. Ora all’aperto, mantenendo sempre le distanze di sicurezza, la mascherina può essere abbassata, ma va comunque sempre tenuta a portata di mano.

Abbiamo anche visto che i bambini sono meno suscettibili ad ammalare e, ancor più sorprendente, non sono stati gli “untori “ di questo virus ma sono stati contagiati dagli adulti. Perché? La spiegazione data dagli immunologi è stata nella loro risposta immunitaria innata con linfociti naive, cioè più numerosi e pronti a fronteggiare virus nuovi, rispetto alla risposta immunitaria degli adulti, più centrata sui linfociti di memoria.

Così i bambini sono stati i più penalizzati in questa pandemia in quanto si sono chiuse le scuole per prime e non c’è stata una rapida ripresa delle attività educative, nonostante queste conoscenze. Alla fin fine se staremo all’aperto, mantenendo le distanze di sicurezza, con attenzione sempre all’igiene delle mani, tenendo le mascherine pronte all’uso se non possibile il distanziamento interumano consigliato, potremo vivere questa stagione estiva con relativa tranquillità.

Le mani vanno igienizzate con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o frizionandole per 30-40 secondi con un gel idroalcolico; le mascherine vanno indossate agganciandole per gli elastici e devono coprire bocca e naso.

Allora siamo pronti a ripartire con gioia e creatività, ringraziando ancora gli operatori sanitari che ci hanno sostenuti in questo periodo di dura prova con la loro dedizione e professionalità.

Buona estate a tutti!

Carla Padovan, medico pediatra.
Svolge la formazione sanitaria generale e di prevenzione agli operatori e ai volontari.

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