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Apr, 2020

L’Arcobaleno affronta l’emergenza

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Anche il sipario dell’Arcobaleno, da sempre aperto alla comunità che accoglie il bisogno, è gradualmente calato. Fino a rendere L’Arcobaleno, come altre realtà del tempo “surreale” che stiamo vivendo, un arco di luce mai pensato possibile: la chiusura del Centro Diurno, la sospensione del servizio di volontariato, il rinvio delle attività sul territorio. L’isolamento, la distanza fisica nelle relazioni umane.

Ciascuno di noi si sente chiamato ad un maggior senso di responsabilità, per i bambini e per la comunità, per noi stessi.
Normalmente dediti all’ascolto del bisogno, ci impegniamo per mantenere la positività e il buon umore necessari a svolgere la nostra attività di accoglienza e cura, consapevoli della resilienza, della profonda sensibilità e della delicatezza d’animo dei nostri bambini.
Da sempre accogliamo vissuti e sentimenti cercando di convogliarli verso un buon risultato, provando a trasformare e a valorizzare fiduciosi
quello che c’è in qualcosa di migliore.
Riceviamo tanto, impariamo dalla forza dei bambini che vivono con noi, dalla tenacia, dalla tenerezza, nonostante la paura e la deprivazione.
Ora più che mai siamo chiamati a rispondere, per i bambini e i ragazzi che vivono in casa famiglia, per i diurni e le loro famiglie che non possono essere accolti in struttura ma che devono sentire che ci siamo, che siamo tutti vicini.
La speranza, la responsabilità, la determinazione possono prevalere sull’incertezza e sullo smarrimento.
È una realtà, un modo di essere e di stare nelle situazioni che appartiene all’Arcobaleno. E proseguiamo, con la consapevolezza che non siamo soli, che siamo uniti e disposti a leggerci in profondità, per rimanere in ascolto dell’altro e continuare a prendercene cura.

L’emergenza di questo momento deve essere un’opportunità per creare e scoprire nuove risposte al bisogno, per restare vicini  ai volontari e alla comunità che sappiamo e sentiamo presente, nonostante la lontananza fisica.
“Ti chiamano Corona, ma tu non sei un Re” si legge tra i versi di una poesia che ha fatto il giro del web, scritta con ironia e positività da un ragazzo sardo, di prima media. Potrebbe essere l’inizio di una fiaba, una tra le tante che si stanno scrivendo per raccontare ai bambini l’emergenza del nostro periodo.  Scriviamo la nostra parte di storia, lo specchio del nostro percorso che ci invita a “ritrovarci e a rimanere uniti continuamente” e che tutti, volontari e operatori, possiamo contribuire a scrivere affinché risplenda “L’Arcobaleno”, riferimento e pilastro educativo verso il bisogno e per il futuro.

Francesca, promozione e sviluppo

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